Concorso Nazionale Angelo Signorelli  - “La magia delle favole”  6° edizione

Anno Scolastico 2014/2015

Scuola elementare italiana  -  Cittanova d’Istria

“…È stato come per magia che, da tre paroline e un po’ di fantasia, ha iniziato a prendere forma il nostro racconto. Un uccellino spaventato, un albero preoccupato e un bimbo allontanato dimostreranno a tutti come l’essere diversi può risaltare alcune qualità che altrimenti rimarrebbero nell’oscurità e, con un pizzico di magia e tanta buona volontà, ritroveranno la felicità. “

La penna magica

Era una giornata di marzo, un po’ pazzerella. Le nuvolette si rincorrevano nel cielo e il vento faceva il solletico ai rami degli alberi nel parco. Gli alberi tenevano strette le loro piccole foglioline e brontolavano per i dispetti del vento.

Solo la grande betulla se ne stava calma e si lasciava accarezzare dal vento. Ma ad un tratto il vento iniziò a soffiare e le nuvole coprirono il sole. Un uccellino che volava da quelle parti fu trasportato dal forte vento e finì tra i rami della grande betulla.

L’uccellino rimase impigliato tra i rami e guardava la sua penna più bella che si era staccata. La betulla era contenta di dare rifugio ad un piccolo uccellino, lui invece era triste e impaurito.

Nel parco c’era anche qualcun altro che si era riparato ai piedi della betulla. Era Ruben che rincorreva i fogli che il vento aveva spazzato via. Per un attimo Ruben si sentì felice, gli sembrava di avere le ali… ma subito dopo raccolse i suoi fogli e ritornò con i piedi per terra: era solo e non ci vedeva da lontano.

Tra i rami della betulla, l’uccellino lo stava a guardare e riprovò a volare. Volteggiò nel vento come la sua penna e poi la lasciò andare. Qualcosa di soffice si posò sul naso di Ruben. Ruben si sentì felice ma anche pensieroso; chissà come si sentiva quell’uccellino che aveva perso la sua piuma? Forse si sentiva come lui, come se gli mancasse qualcosa.

Ruben si mise a sedere sulla panchina ai piedi della betulla e cominciò a sognare… avrebbe voluto un amico lì vicino a sé, per raccontargli le cose e farsi raccontare cosa c’era all’orizzonte. Ma lui non aveva amici così, di solito lo prendevano in giro perché era miope.

L’uccellino decise di lasciare la sua penna a Ruben e tornò tra i rami per osservarlo. Anche la betulla aprì gli occhi per vedere che cosa stava succedendo e la penna diventò dorata.

Ruben raccolse la penna e ascoltò il canto di un uccellino. Guardò tra i rami ma… riusciva a vedere solo una macchia tra le foglie. La betulla saggia calò i suoi rami alti e si avvicinò a Ruben. La betulla gli chiese a che cosa stesse pensando e Ruben gli disse che avrebbe voluto disegnare i suoi bellissimi rami che facevano passare i raggi del sole, ora che riusciva a vederli da vicino. Prima li aveva osservati solo nel riflesso dello stagno. La betulla si sentì commossa e abbracciò Ruben. L’uccellino cantò un’allegra melodia e Ruben fece un sorriso.

In quel momento la penna prendeva vita nelle sue mani e Ruben iniziò a disegnare. Sotto gli occhi curiosi della betulla e dell’uccellino, Ruben faceva scivolare la penna magica sui fogli e tutti i suoi disegni si animavano e prendevano il volo. Disegnò una nuova penna per l’uccellino e tante mani. Tutte le manine che un tempo lo avevano spinto, ora lo prendevano in un girotondo.

L’uccellino si sentì fiero che la sua penna aveva fatto felice un bambino. Grazie allo sguardo incoraggiante della betulla e alle ali della fantasia Ruben, il bambino, aveva trovato il suo cammino.

Autori del racconto:

gli alunni della quarta classe della Scuola elementare italiana di Cittanova

Teuta Azizi

Karla Kokanović

Alexia Ravalico

Leo Sirotić

Leo Spitz e

Aurora Visintin

con il supporto dell’insegnante Ilenija Sirotić

Il racconto ha riscosso molto successo aggiudicandosi il premio della città di Enna e, gli alunni felicissimi del risultato ottenuto, hanno ringraziato inviando in Sicilia i saluti dalla bella Cittanova.